L’orso Bado della Varese Nascosta alla sua prima uscita pubblica, sabato 9 e domenica 10 settembre, all’antico lavatoio di Casbeno, in via Milazzo, in occasione della mostra di pittura, grafica, ceramica, fotografia e graphic-Art organizzata da Enrico Brugnoni con il Circolo degli Artisti di Varese e con La Varese Nascosta nell’ambito della festa “Casbeno Insieme” 2023.
CAPPELLA DI SAN ROCCO – punto di preghiera cristiano
L’evento segue la Festa di San Rocco, celebrata il 16 agosto scorso davanti alla cappella dedicata al Santo, che sorge nella stessa via Milazzo all’angolo con la via Maroni. La Festa straordinaria ha segnato l’avvio, anche con la distribuzione del pane di San Rocco, della raccolta fondi per finanziare il restauro dell’edificio sacro seicentesco e della pala d’altare, dipinta nel 1888 da un autore rimasto ignoto, in cui il Santo invocato contro le pestilenze è raffigurato con il cane Oreste. La raccolta delle risorse finanziarie necessarie per il restauro è condotta da un comitato promosso da Enrico Marocchi e di cui fanno parte Carlo Marcellini, Paola Tricca, Emilio Marocco, Marina Rusconi e Santo Cassani. Qualche decennio fa, il compianto Santino Linati, storico di Casbeno, scriveva: <Purtroppo tutta la cappelletta è in precarie condizioni. Eppure si potrebbe ancora salvarla solo con un poco di buona volontà>. Oggi il momento è venuto: l’architetto Daniela Penazzi e la restauratrice Maura Carcano non vedono l’ora di mettersi all’opera sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e della Curia arcivescovile di Milano. Nella rinascita della cappella confida Amos Stefanoni che da mezzo secolo si preoccupa di tenerla in ordine, nel solco di sua madre che se ne era occupata per vent’anni e che, alla sua morte, gli ha lasciato le chiavi. < Sono anni che mi batto per il suo restauro, ma il problema non è mai stato risolto. Spero di poterla vedere in ordine prima di morire>.
LAVATOIO – luogo d’incontro
Il luogo in cui si tiene la mostra, aperta sabato e domenica dalle 15 alle 22.30, come tutti i lavatoi costruiti fin dal Cinquecento ma soprattutto dalla seconda metà dell’Ottocento, è in disuso da quando, con la diffusione delle lavatrici elettriche, le nostre donne hanno smesso di insaponare, strofinare e risciacquare i panni nelle collettive lavatrici ad acqua corrente. La proprietà è comunale, ma la manutenzione la si deve ai volontari che operano per la conservazione dei beni storici cittadini.
CHIESA DI SANT’ALEKSANDR NEVSKIJ – luogo di culto cristiano
Sul lato opposto della via Milazzo sorge quello che era l’”oratorio dei Dralli”. Sorto come cappella della nobile famiglia varesina, sconsacrato e rimasto a lungo chiuso al culto, l’edificio sacro è tornato a compiere la sua sacra funzione grazie alla Chiesa ortodossa russa di Varese, facente capo al Patriarcato di Mosca, già ospitata dai frati francescani della Brunella, che ne ha fatto la propria parrocchiale intitolata a Sant’Aleksandr Nevskij. E dobbiamo alla comunità ortodossa guidata da padre Vladimir Khomenko i lavori di restauro della chiesa e la posa del campanile ortodosso, il primo in Lombardia, che ha arricchito l’edificio sacro con due campane provenienti da un monastero di Kiev, sovrastate da una piccola “cipolla” nera e da una Croce dorata arrivate da Mosca. La chiesa fu edificata nel XVIII secolo, un’iscrizione sulla trave di pietra posta sopra il portoncino reca la data del 1736 quando venne consacrata al culto da don Lodovico Bardelli. Il fatto di essere integrata nelle costruzioni del nucleo antico della castellanza la rende poco visibile. Un tempo oratorio della Santissima Trinità, la chiesa è costituita da un’unica navata sovrastata da una volta a botte che si apre sul piccolo presbiterio rettangolare. La facciata con il tetto a capanna è caratterizzata da una finestra trilobata, posta sotto il colmo, tipica dello stile architettonico dell’epoca. In passato, il presbiterio era impreziosito da una pala raffigurante la Santissima Trinità dipinta da Giovanni Franco Martelli, allievo del Magatti, nel 1770. All’interno è oggi conservata e venerata l’icona “Rifugio” che rappresenta la Madre di Dio.
CIRCOLO DI CASBENO – la cooperativa agricola e di consumo dei casbenat
Lungo le vie Maroni, Milazzo e Anfossi sorgono plurisecolari case di corte rurali. All’altro capo della via Milazzo si trova il Circolo di Casbeno, che quest’anno compie 118 anni di vita in buona salute, forse perché è l’ultimo circolo varesino a fare la festa della vendemmia e a produrre in proprio il nettare di Bacco.